domenica 31 gennaio 2016

Quando se lo sono ritrovati davanti gli studenti della Wenzhou Medical University stentavano a credere ai loro occhi. Si trattava di una bestia di colore grigio, lunga circa un metro e del peso di 10 chili. Non era né un cane, né un gatto, né tanto meno uno studente fuori corso un po’ troppo cresciuto, bensì un enorme ratto identificato successivamente come topo di fiume. Si è scatenato il panico tra studenti e professori dell’università cinese, che proprio non sapevano come affrontare quell’enorme bestia che si aggirava indisturbata tra le aule ed i corridoi della struttura.
E’ stata allertata perfino la polizia per catturare il topo, ma alla fine un gruppetto di coraggiosi studenti, dopo aver preso chissà dove una grande rete da pesca, sono riusciti a catturare l’ospite decisamente indesiderato. Sono intervenuti i soccorsi e hanno preso in custodia il cosiddetto topo di fiume. L’animale è stato quindi rinchiuso in una gabbia e portato via per essere liberato nelle campagne cinesi molto lontano dal centro città. Ma è possibile che un ratto possa raggiungere tali dimensioni assolutamente fuori dal normale? C’è chi ha parlato di mutazione genetica, paragonando scherzosamente il ratto gigante al Maestro Splinter, protagonista del cartone animato le Tartarughe Ninja. Splinter è per l’appunto un ratto gigante, proprio come quello ritrovato alla Wenzhou Medical University, che ha allevato le Tartarughe Ninja (Raffaello, Donatello, Leonardo e Michelangelo) insegnando loro determinate tecniche di combattimento (
Da molti anni, negli ambienti politici, si discute di possibili cambiamenti alla normativa vigente, in merito a quanto in molti paesi è ritenuto illegale, e non sono pochi coloro che sostengono la liberalizzazione della vendita di questa droga, da alcuni considerata – a torto – “leggera”, magari iniziando a introdurre nuove regolamentazioni per ciò che riguarda il consumo a scopi terapeutici: è ad esempio ciò che chiedono a gran voce i malati di patologie i cui sintomi, spesso, sono rappresentati da dolore cronico e scatti incontrollati a livello muscolare. L’Italia non è l’unica nazione europea che non consente la coltivazione, la vendita e l’uso della Marijuana: la maggior parte dei paesi membri, considerano illegale la coltivazione, la vendita e il consumo. Le uniche nazioni europee che hanno liberalizzato la Marijuana, sono l’Olanda, il Portogallo – che ne consente il possesso ma non la compravendita – la Spagna, la Repubblica Ceca.
Ogni giorno quindi, nelle nazioni in cui per Legge la Marijuana è proibita, le Forze dell’Ordine combattono una vera e propria guerra, atta a stanare i produttori, i rivenditori e gli utilizzatori. Sul fronte della produzione di piante di Marijuana, la creatività di chi tenta di approfittare economicamente di questo tipo di business, giunge a livelli spesso incredibili. Per tale motivo Polizia e funzionari istituzionali che si occupano di questi temi, devono aguzzare l’ingegno e trovare sempre nuove modalità utili a sgominare piccoli e grandi produttori di questa pianta.

L’utilizzo di cani addestrati a questo scopo è noto, la Guardia di Finanza infatti li impiega da molto tempo, anche durante i controlli stradali di routine. Una notizia recente però, di un fatto accaduto in Inghilterra, lascia davvero basiti e fa comprendere anche, la grande preparazione delle persone che operano nel comparto della sicurezza. La storia: ci troviamo a Newton-le-Willows, una cittadina che si trova nel Merseyside. Per un certo periodo di tempo, una colonia di circa 300 piccioni, avevano scelto come “abitazione” il tetto di una casa privata.
Nulla di male, si potrebbe pensare, i piccioni sono presenti un po’ ovunque, e vederli appollaiati sul tetto di una casa, appare cosa normale. Per tutti forse, ma non per le forze dell’ordine, la cui esperienza fa si che ne sappiano una più del diavolo. Tenuta sotto controllo la situazione per alcuni giorni, gli agenti hanno appurato come i piccioni continuassero a permanere sul tetto della stessa abitazione. Strano, cosa mai può avere di tanto interessante per i piccioni questa costruzione, che la rende più accogliente di altre? Meglio andare a controllare.
Atto di perquisizione alla mano, gli agenti sono entrati in casa e…Hanno fatto una scoperta a dir poco, stupefacente, chiarendo anche la strana anomalia dei piccioni sul tetto. In casa, una vera e propria piantagione di Marijuana, con tanto d’impianto di riscaldamento ad hoc, grazie all’utilizzo di lampade alogene, per garantire il clima e la temperatura ottimale alla crescita delle piante, che – secondo le linee guida di chi conosce questo tipo di coltivazione – deve mantenersi intorno ai 25° centigradi.
Cosa c’entra la permanenza dei piccioni sul tetto? E’ presto spiegato: le lampade utilizzate per mantenere la temperatura stabile intorno ai 25°, ha riscaldato tutto l’ambiente, e poiché il calore tende a salire, è arrivato fino al tetto, creando un posticino accogliente per i piccioni, una bella cuccia riscaldata per togliersi dalle penne il tipico freddo umido inglese delle giornate autunnali. Insomma: a loro insaputa, i piccioni sono diventati poliziotti per qualche giorno. I coltivatori illegali sono avvertiti.
Accompagnare il proprio figlio a scuola e rendersi conto che in un giardino vicino all’istituto è presente una piantagione di marijuana non è certo un’esperienza che capiti tutti i giorni: se, però, per una circostanza fortuita ad accorgersi della pianta non è un genitore qualunque, ma un carabiniere, la vicenda entra di diritto nelle pagine di cronaca. Un episodio simile si è verificato a Roma, in zona Villa Gordiani, dove un militare dei carabinieri ha scoperto uno spacciatore semplicemente mentre stava portando il proprio bambino a scuola.
Durante il consueto tragitto da casa all’istituto, il carabiniere ha sentito, passando di fianco a un’abitazione, il caratteristico odore della marijuana. Così, dopo essersi assicurato che il figlio raggiungesse i propri compagni e gli insegnanti, prima di andare in caserma l’uomo ha cercato di capire da dove venisse quel forte odore. Dopo avere ispezionato un po’ i dintorni, ha notato che, oltre il muro di cinta di un edificio che confina con la scuola, comparivano dei ciuffi di cannabis indica. Impossibile confonderli con altre piante: e così il carabiniere, dopo avere informato i colleghi della stazione, ha proceduto effettuando una serie di accertamenti relativi al proprietario dell’edificio, una villetta in apparenza simile a tante altre, che però nascondeva un segreto, per così dire, particolare.
 Il carabiniere si è impegnato in prima persona anche per cercare di scoprire da che venisse accudita la piantagione, che evidentemente non era cresciuta per caso ma, essendo rigogliosa, veniva coltivata con cura e attenzione. Nel giro di poco tempo, quindi, gli uomini delle forze dell’ordine hanno appurato che a coltivare la pianta non era il proprietario della casa, ma il figlio. Così, hanno atteso che facesse ritorno a casa e, guarda caso, lo hanno colto con le mani nel sacco: nel senso che in tasca aveva non una, ma decine di dosi di marijuana, che sarebbero state vendute di lì a poco. Evidentemente, un quantitativo tanto ingente non poteva essere destinato semplicemente a un uso personale, ma configurava l’idea di un vero e proprio spaccio.
 E, in effetti, i carabinieri una volta penetrati all’interno della proprietà e giunti nel giardino hanno avuto la conferma di quel che avevano sospettato: in tutto hanno trovato ben tre piante di cannabis indica, ognuna delle quali pronta per la potatura e per il raccolto, visto che avevano raggiunto e superato i due metri e mezzo di altezza. Il figlio del proprietario di casa, quindi, è stato arrestato: si tratta di un uomo di 46 anni. L’aspetto più curioso di tutta la vicenda è che le piante di marijuana si trovavano proprio sotto le finestre delle classi dell’istituto scolastico frequentato dal figlio del carabiniere autore della scoperta.
Si usa spesso dire che le leggende contengono sempre un fondo di verità, così i film horror potrebbero nel profondo serbare elementi riscontrabili anche nella realtà. A dimostrazione di tale asserzione piuttosto inquietante, intercorre un video postato nel marzo 2015 da un utente anonimo di Imgur – servizio di hosting immagini fondato da Alan Schaff – su Youtube.
Il ragazzo, trasferitosi da poco in un grande e accogliente appartamento in Inghilterra, ha notato una botola nel pavimento, l’ha aperta e ha fatto così una scoperta sensazionale e… da brividi, decidendo di documentare dettagliatamente il suo viaggio estemporaneo dentro quella curiosa apertura. Munito di invidiabile coraggio, fotocamera e torcia montata su di essa, il giovane è così sceso in quello che si è immediatamente configurato come un enorme spazio sotterraneo fatto di impervie scale, cunicoli, ambienti vetusti e nicchie buie in cui la storia ha depositato due secoli di polvere antica. Il dimenticatoio si è rivelato essere una serpentina di strette gallerie e celle monacali facenti parte di quel che resta di un vecchio monastero risalente con tutta probabilità ai primi anni dell’800: i tunnel, ricolmi di cocci, mura rovinate, calcestruzzo, ritagli di giornale, pietre e utensili da lavoro, hanno instillato nello scopritore fantasie proprie di chi si è reso fautore di un’emozionante riesumazione.

Il ragazzo è ora consapevole di aver acquistato un appartamento dotato di ulteriori spazi sotterranei che ne accrescono indicibilmente il valore tanto da indurlo, forse, a restaurare l’intero sub ambiente per trasformarlo in un cinema domestico di sicura attrattiva.
Un episodio simile ma di altra natura e genere si è verificato in Italia, precisamente a Mentana, comune della Città Metropolitana di Roma. Una donna di 40 anni nascondeva abitualmente da mesi una serra di marijuana dentro una botola del suo appartamento in via Giuseppe Garibaldi, nel centro della località. Lo hanno scoperto gli agenti del commissariato Fidene Serpentara, a fronte di un ingente aumento di spaccio locale nella zona nord della Capitale.
 Appostamenti e videocontrolli hanno condotto gli investigatori a casa della quarantenne: la perquisizione stava per risultare fallimentare, ma a tradire la spacciatrice – forse emulatrice della protagonista del famoso film L’erba di Grace – è stato un filo vicino a quello preposto a sollevare la tenda della finestra. Nonostante il quasi impeccabile nascondiglio, la serra è stata così scoperta a causa di un semplice dettaglio tralasciato dalla rea, arrestata e portata via.
 

Il cospicuo patrimonio costituito dalle centinaia di piantine è stato posto sotto sequestro. L’avvenimento è di certo sintomatico del fatto che ai giorni nostri gli spacciatori si sono fatti sempre più ingegnosi, operosi e sempre meno suscettibili ai blitz delle forze dell’ordine. Nel caso di Mentana e della serra dentro la botola, si sono resi necessari notevole acume e spirito di osservazione.
Le due botole in questione non saranno le prime e nemmeno le ultime.
Si chiama Palacio de Sal, il pittoresco albergo boliviano che si trova a  Colchani, nei pressi del suggestivo Salar de Uyuni (il più grande deserto di sale del mondo: esso, infatti, si estende per oltre 10,5 mila chilometri quadri) e a 350 km a sud di La Paz, capitale della nazione andina. La particolarità di questa struttura consiste nel fatto che essa è stata costruita quasi interamente con mattoni di sale, non esclusi gli elementi d’arredo interni (dalle pareti, ai letti, ai divani, agli armadi, ai tavoli, alle sculture, alle sedie, ecc.). Nel bel mezzo della stupefacente distesa delle Ande, dunque, il viaggiatore potrà trascorrere un soggiorno assolutamente indimenticabile e del tutto originale. Costruito nel 2007, l’albergo resiste bene quasi a tutti gli agenti atmosferici avversi, eccezion fatta per la pioggia: ogni anno, infatti, immediatamente dopo l’inizio dell’autunno, ovvero appena si conclude il periodo dell’anno in cui si ha la maggiore concentrazione di pioggia, si rendono necessari degli appositi lavori di restauro e manutenzione. L’hotel Palacio de Sal costituisce una vera e propria eccezione nell’intera area: oltre alla particolarità del materiale con cui è costruito, infatti, esso assicura agli ospiti ogni confort, è arredato con gusto, si distingue per una cucina appetitosa e abbondante (assolutamente da provare il tè riscaldato al fuco, la carne di lama e il pollo in crosta di sale), possiede un campo da golf, una piscina (rigorosamente di acqua salata), una sauna e una rilassante vasca idromassaggio. L’albergo, che resta aperto per quasi tutto l’anno, è dotato di 30 stanze da letto e il prezzo risulta essere piuttosto conveniente: un pernottamento nell’albergo, infatti, costa 50 dollari a testa. Il panorama di cui si gode dall’hotel poi, è davvero mozzafiato: il cielo che si riflette nella bianca distesa di sale, infatti, crea giochi di luce e colori davvero sorprendenti che danno vita ad uno spettacolo affascinante e, per certi versi, prodigioso.
Se siete alla ricerca di un’esperienza unica e irripetibile, vi consigliamo di fare un salto in Bolivia dove, a 3.700 metri di altezza, sorge l’albergo Palacio de Sal, realizzato con pietre quadrate di sale da 35 centimetri ciascuna. Queste ultime, lo ricordiamo, sono state messe a punto prelevando i blocchi di sale presenti nell’ampia distesa delle Ande e che, in seguito, sono stati opportunamente lavorati per ottenere un efficiente e performante materiale da costruzione (FOTO DA PAGINA 2).

Le camere da letto sono simili ad igloo
Le stanze dell’albergo curiosamente, per forma e stile, appaiono del tutto simili agli igloo, i tipici rifugi costruiti con blocchi di neve degli Inuit (una popolazione originaria dell’estremo settentrione del Canada). I letti, ad esempio, sono realizzati con mattoni di sale e sono resi confortevoli da morbidi materassi tradizionali.
Ritmi di vita frenetici, preponderanza lavorativa e praticità hanno preso oggi il sopravvento, tanto che la cucina ha dovuto uniformarsi alle esigenze di tempo di manager e casalinghe. Uno dei primi elettrodomestici a incontrare il favore dei più affaccendati è stato il forno a microonde, capace di cuocere o scaldare rapidamente. Se pensate, però, che la sua funzione si esaurisca qui, sbagliate: questo gioiello della tecnologia annovera usi inimmaginabili che esulano dalla prosaica cottura.
1) Ammorbidisce gli agrumi: gli agrumi conservati in frigo risultano difficili da pelare poiché induriti dalla bassa temperatura, tuttavia si ovvia all’imprevisto ammorbidendoli con il calore, irradiato in pochissimi secondi.
2) Scompatta sale e zucchero: freddo e umidità hanno un effetto compattante in sale e zucchero, che tendono ad agglomerarsi. Selezionando la quantità desiderata, essa può essere scaldata nel forno a microonde su un piatto ristabilendo la normale granulità. Ma le sorprese non finiscono quì. Nelle prossime pagine scopriamo ulteriori utilizzi alternativi di questo straordinario elettrodomestico, ai quali probabilmente non abbiamo mai pensato
 ) Disinfetta le spugne: a furia di usarle per lavare i piatti, le spugne arrivano a impregnarsi di sporcizia, grasso e liquidi i cui olezzi denotano presenza di batteri e microbi. La loro disinfezione è garantita bagnandole di acqua e aceto prima di infornarle, in modo da poterle riutilizzare.
4) Pulisce i taglieri: i taglieri diventano alla lunga ricettacoli di residui di cibo destinato a marcire. Strofinando una fetta di limone sulla superficie e ponendo poi l’utensile nel forno per un minuto, il risultato rimanderà a una perfetta pulizia. Inoltre è un’utilissimo strumento per scogliere il miele, dare sapore alla frutta fresca, rimuovere la cera o rendere più morbido il pane. Scopriamo di più nelle pagine seguenti:
 5) Scioglie il miele: il miele tende a solidificarsi, rendendone difficile l’utilizzo. Al fine di ripristinare il suo stato liquido, esso va scaldato con l’intero barattolo senza il coperchio.
6) Insaporisce la frutta secca: la frutta secca si palesa molto buona se consumata così com’è, tuttavia quando viene tostata rilascia un sapore unico, ergo scaldarla nel forno pare un’ottima soluzione.
) Sbuccia l’aglio: l’incubo di molti in cucina si traduce nella sbucciatura dell’aglio che, a contatto con le mani, imprime per molte ore il suo “profumo” nell’epidermide. Porlo in forno fa sì che la buccia venga via da sola evitando mani particolarmente odorose.
8) Elimina il liquido delle cipolle: per evitare di piangere nell’atto di sbucciare una cipolla, è opportuno conferirle il giusto apporto di calore affinché il liquido che essa rilascia si asciughi assicurandone un’epurazione scevra di “commozione”.

venerdì 29 gennaio 2016

Duct Tape Challenge FT. @pkillaah

Il consiglio dei Ministri ha spolverato nuove poltrone per far contento Alfano, che conta più ministri che percentuali di voto, con un infornata di nomine degna di questo Governo. Si inizia da Gennaro Migliore, nuovo sottosegretario alla Giustizia, premiato per il suo essere cambia bandiera e aver difeso la stessa legge elettorale che qualche tempo prima, quando era capogruppo di Sel, aveva aspramente criticato.
Sempre alla Giustizia un’altra medaglia viene appesa al petto di Federica Chiavaroli, nota per la sua proposta di penalizzare i Comuni che contrastano la diffusione delle slot machine e per la sua strenua lotta in difesa dei vitalizi ai parlamentari, di cui ha proposto l’estensione anche in caso di scioglimento anticipato della legislatura.
Poi c’è Antonio Gentile, neo sottosegretario allo sviluppo economico, già sottosegretario ai Trasporti in questo stesso Governo, dimessosi dopo che sono state scoperte le sue pressioni su un giornale - Calabria Ora - che stava pubblicando un’inchiesta riguardante il figlio. Le rotative furono bloccate, il giornale non uscì in edicola, lui è uscito dalla porta e ora rientra dalla finestra.
Un posto d’onore non si poteva togliere a Simona Vicari, già sottosegretario al ministero dello Sviluppo economico, ora sottosegretario al Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture, per premiarla del fatto di essere indagata per concorso in falso (avrebbe favorito Totò Cuffaro in carcere) e finita nelle carte dell’inchiesta sulla Cpl Concordia di Ischia: uno degli arrestati faceva riferimento al suo interessamento in consiglio dei ministri a proposito del metanodotto oggetto dell’inchiesta dei magistrati.
Dorina Bianchi ha finalmente trovato la sua poltrone dopo aver attraversato trasversalmente dal 2001 quasi tutti i partiti dell’arco costituzionale: Ccd, Udc, Margherita, Ulivo, Pd, Udc, Pdl ed Ncd." M5S Camera
La Rai dovrebbe licenziare Massimo Giannini" ha sentenziato il piddino Michele Pavolini Anzaldi, braccio destro del Bomba e amico intimo del suo portavoce Sensi. Giannini ha sgarrato: ha parlato di Banca Etruria e del conflitto di interessi della Boschi. Guai a chi la tocca, si rischia il licenziamento per lesa maestà. Sono quotidiani gli attacchi a Berlinguer e Giannini (entrambi di RAI3), che andavano bene al Pd bersaniano ma che le nuove leve renziane considerano dei traditori perché non obbediscono agli ordini. Per loro olio di ricino piddino. Nella RAI fascista i non allineati non sono tollerati, devono essere epurati. L'obiettivo: sostituirli con due leccaculo del premier. Tra poco ci saranno le nuove nomine in RAI. Giannini, Berlinguer e chiunque pensi di poter dire mezza sillaba sui guai del governo sono avvisati: o vi autocensurate o siete epurati.
I giornalisti del servizio pubblico devono informare i cittadini che gli pagano lo stipendio non rispondere ai partiti, nè al governo. Spegniamo la RAI fascista!
Avevamo detto loro che non sarebbero rimasti indietro e abbiamo mantenuto la parola. Oggi i 33 precari dell'Aamps, la municipalizzata per l'ambiente del Comune di Livorno, hanno firmato l'assunzione a tempo indeterminato con effetto immediato. Si tratta di 10 operatori e 23 autisti che contribuiranno al benessere della città. Nel mentre procede l'iter per il concordato preventivo in continuità che sanerà l'azienda, azzererà i privilegi e vedrà i lavoratori come base da cui ripartire. Anche in questo caso mi avevano detto che sarebbe stato impossibile. Invece oggi la promessa, oggetto anche di una decisione del consiglio comunale, è stata mantenuta. In alto i cuori." Filippo Nogarin
intervento di Luigi Di Maio
"Quelli che lo attaccavano sono quelli che avevano causato i disastri a Livorno, incluso il sindacato della CGIL. Adesso che Filippo ha mantenuto gli impegni stanno tutti zitti.
Filippo Nogarin Sindaco di Livorno ha dovuto fronteggiare l'attacco assurdo della CGIL, la macchina di disinformazione del Partito Democratico e di tante reti televisive nazionali, proprio mentre stava cercando di risolvere i problemi di un'azienda piena di debiti, causati proprio da quel Partito Democratico che tra le altre cose non pagava la tassa dell'immondizia per le sue sedi di partito.

Incolla 2 magneti sotto un piatto. Vediamo perché dobbiamo assolutamente provare!

 ra i tanti oggetti che non possono mancare in casa e che rendono la vita domestica più semplice e più piacevole ci sono, senza dubbio, i magneti. Anche se non ci abbiamo mai pensato, infatti, questi semplici articoli possono rivelarsi utili in una grande varietà di circostanze, ed il loro costo è davvero irrisorio, e si trovano con estrema facilità (sopratutto nelle ferramenta).

1) Per esempio, all’interno dell‘armadietto del bagno si possono attaccare due o tre strisce magnetiche, per poi collocatvi forbicine, tagliaunghie, pinzette e altri accessori in metallo. La stessa cosa si può fare in frigo, magari adottando dei magneti per fare in modo che attraggano verso di sé i tappi delle bottiglie delle birre o dei succhi di frutta: così facendo, si possono ottimizzare gli spazi sfruttandoli nel migliore dei modi, anche in verticale.
2) Con un nastro magnetico, invece, si ha la possibilità di appendere i trucchi, dal fard al fondotinta, dall’ombretto al mascara, su una parete ricorrendo a un piatto magnetico. Altri sei trucchi fantastici, che potranno risolvere numerosi problemi domestici li scopriremo

3) Come dimenticare, poi, la camera dei bambini? Si tratta, come noto, della stanza della casa che più di ogni altra è in preda al disordine. Per evitare che le macchinine dei piccoli restino sul pavimento sparse, in modo anche pericoloso, le si può appendere a strisce magnetiche appoggiate su una parete. Più eleganti del classico cesto che contiene in maniera indistinta tutti i giochi.
4) I magneti, per di più, possono tornare utili anche per prevenire smarrimenti e per evitare di perdere le chiavi: una situazione tanto più fastidiosa perché spesso le chiavi si perdono… in casa! Ecco, dunque, che con l’alleanza di un magnete nascosto si può annullare questo rischio: non bisogna fare altro che collocarlo nella parte interna dell’interruttore della luce, e lì appendere le chiavi.

5) Ancora, grazie ai magneti si può usufruire, in cucina, di un porta-spezie originale che permette di avere sempre il curry, la maggiorana, l’origano e tutte le altre erbe aromatiche a portata di mano;
6) mentre con un nastro magnetico e un piatto di metallo in pochi secondi si ha a disposizione una bacheca sulla quale appendere post-it e fogliettini in cui riportare appunti, liste della spesa, commissioni da svolgere, e così via. Se si ha intenzione di dare sfogo alla propria vena creativa, d’altro canto, sfruttando il magnetismo si possono realizzare anche accessori, decorazioni e complementi di arredo per la casa:

I pericoli che si annidano negli asciugamani

 

I pericoli per la nostra salute, spesso, sono più vicini di quanto possiamo immaginare. Per esempio, possono annidarsi negli asciugamani che utilizziamo comunemente in bagno, ma anche in cucina. A lanciare l’allarme è un microbiologo della Scuola di Medicina di New York, il professor Philip Tierno, che ha spiegato, senza mezzi termini, che i nostri asciugamani sono, semplicemente, disgustosi, anche perché abbiamo la cattiva abitudine di non lavarli a sufficienza. La colpa è dell’urina e degli elementi fecali, ma anche dei funghi e, soprattutto, delle cellule morte, che a migliaia ristagnano sulle superfici di questi panni. Gli asciugamani da bagno, infatti, offrono un terreno molto fertile per una grande varietà di germi di tutti i tipi. Non è sbagliato né esagerato sostenere che, nel momento in cui strofiniamo il nostro volto su una salvietta, lo esponiamo a batteri, pipì e addirittura feci, con cui entriamo direttamente in contatto. Che fare, dunque? Smettere di asciugarsi? O cambiare l’asciugamano otto volte al giorno?
Un buon punto di partenza consiste nell’avere la giusta consapevolezza: insomma, sapere quali sono i potenziali pericoli a cui siamo esposti è già un modo ottimo per evitarli o, comunque, porvi rimedio. Tenere presenti alcuni accorgimenti da adottare il più frequentemente possibile, poi, è altrettanto utile. Per esempio, sarebbe opportuno mettere i teli ad asciugare all’aria aperta, in quanto l’umidità rappresenta la condizione prediletta dai batteri per crescere, svilupparsi e proliferare. Il rischio di infezioni più o meno gravi, soprattutto in caso di contatto con delle ferite, è molto elevato. Gli esperti, tra l’altro, suggeriscono di prestare la massima attenzione ai cattivi odori: non appena ci si rende conto di una puzza sgradevole dovuta alla muffa, o comunque riconducibile all’umidità, è essenziale lavare il panno interessato. I cattivi odori, infatti, sono dei sintomi da non sottovalutare, dei segnali di una molto probabile presenza di germi 

Il professor Tierno, d’altro canto, ritiene che per una igiene ottimale non bisognerebbe impiegare lo stesso asciugamano per più di tre volte, cercando di adottare cautela e prudenza. Anche uno studio condotto lo scorso anno dall’Università dell’Arizona invita a non trascurare i possibili pericoli delle salviette.
Gli asciugamani, insomma, pur essendo fondamentali per l’igiene individuale, sono portatori sani (per modo di dire) di batteri e sono tra i prodotti più sporchi e più rischiosi della casa. L’umidità favorisce la sopravvivenza dei germi, che qui trovano un rifugio perfetto. E come potrebbe non essere così? Non solo gli asciugamani vengono bagnati ogni volta che li si usa per asciugarsi le mani, la faccia, i piedi, le ascelle o qualsiasi altra parte del corpo, ma per di più si trovano in zone della casa in cui l’umidità è una costante, che sia per il vapore acqueo che viene prodotto mentre ci si fa la doccia o per quello che deriva dalla cottura dei cibi.

I trucchi per eliminare l’umidità in casa

 

L’umidità in casa è un problema molto importante: non solo perché limita il comfort abitativo, sia in estate che in inverno, ma anche perché rischia di provocare crepe e rigonfiamenti nei muri e nelle pareti. Gli odori sgradevoli, la muffa e la condensa sono tutti sintomi e conseguenze dell’umidità, che non di rado è provocata da una ventilazione non adeguata.
I danni alle strutture, insomma, si aggiungono ai danni alla salute: non solo perché le muffe sono molto spesso foriere di allergie e mal di testa, ma anche perché in inverno le basse temperature sono rese ancora più sgradevoli dall’umidità. Il problema, però, inizia già durante l’autunno, quando i riscaldamenti non sono ancora accesi e le piogge sono molto frequenti. Come fare, quindi, per dire addio all’umidità in casa

Per prima cosa, è bene sapere quali sono i locali dell’abitazione che sono più esposti all’umidità: si tratta, ovviamente, delle stanze in cui si concentra il vapore acqueo, vale a dire la cucina e il bagno, rispettivamente a causa della cottura degli alimenti e dell’acqua calda.
Quando l’aria calda entra a contatto con superfici fredde, si verifica il fenomeno della condensa: ed è per questo motivo, per esempio, che quando si esce dalla doccia in inverno si vedono tutti i vetri appannati, mentre dalle piastrelle sui muri cadono goccioline d’acqua. L’aria, dopo essersi raffreddata velocemente, non riesce più a contenere il vapore, che di conseguenza si condensa e si trasforma, appunto, in goccioline.
  rimedi che è possibile attuare per dire addio all’umidità sono numerosi e non è necessario ricorrere per forza di cose ad un deumidificatore per raggiungere l’obiettivo desiderato. O, meglio, non è necessario ricorrere a un elettrodomestico, visto che con pochi e semplici oggetti già presenti in casa è possibile realizzare un deumidificatore fai da te tanto semplice quanto economico, ma soprattutto efficace.
C’è bisogno di una bottiglia di plastica, che deve essere svuotata e poi tagliata a metà. Una volta asciugata, la bottiglia va riempita con del sale: per quel che riguarda le quantità, 150 grammi di sale sono più che sufficienti per un locale di 25 metri quadri; è consigliabile mettere il sale in frigo per almeno una decina di ore prima di collocarlo all’interno della bottiglia, in modo tale che si raffreddi a dovere.

Un altro suggerimento per eliminare l’umidità in casa è quello di arieggiare i locali ogni mattina, tenendo le finestre aperte per non meno di dieci minuti. Inoltre, sarebbe opportuno eseguire questa operazione anche in bagno, ogni volta che ci si fa il bagno o la doccia e in cucina, cercando di usare il più possibile la cappa aspirante quando si cuociono gli alimenti.
Il bucato non dovrebbe essere messo ad asciugare in casa, tanto meno di notte: se proprio non se ne può fare a meno, è comunque opportuno farlo tenendo aperte le finestre. La circolazione dell’aria, in sostanza, è fondamentale per evitare la comparsa dell’umidità e, quindi, per non dover fare i conti con le muffe e con tutte le conseguenze negative che potrebbero innescare.

Anche le piante possono rivelarsi molto utili nella lotta all’umidità: diverse specie tropicali hanno il pregio di migliorare la qualità dell’aria. Un ulteriore rimedio è rappresentato dalla calce, che assorbe l’umidità ma che deve essere usata con la massima attenzione, perché potrebbe rischiare di danneggiare gli occhi e la pelle.
Insomma, per dire addio alla muffa e all’umidità i suggerimenti da mettere in pratica sono numerosi: e non è detto che uno escluda l’altro, anzi. Iniziare posizionando delle bottiglie o dei sacchettini contenenti il sale è un ottimo punto di partenza per raggiungere l’obiettivo desiderato in modo semplice ed efficace, ma soprattutto rapido.
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Ecco come isolare i vetri dal freddo senza spendere un centesimo. Il trucco geniale

 ’ un problema per molti quello di riscaldare la propria casa in inverno. Non sempre i termosifoni possono essere utilizzati per via delle vigenti legislazioni ma anche a causa dei significativi costi energetici. Allora come è possibile isolare i vetri dall’aria fredda che proviene dall’esterno, possibilmente senza spendere un capitale? Ci sono dei metodi possibili da utilizzare per ovviare alla rigida presenza dell’inverno nelle nostre case e che consentono di mantenere calda la propria casa grazie ad un isolamento termico casalingo ma davvero efficace.

1° METODO:
Innanzi tutto è necessario rimediare quella plastica utilizzata per gli imballaggi che si chiama pluriball e che è riconoscibile per essere caratterizzata da tante piccole bolle d’aria che occorrono per assicurare una protezione all’oggetto da imballare. I fogli di pluriball possono essere acquistati a buon mercato presso tutti quei grandi centri di bricolage oppure da spedizionieri che ne fanno uso e che li vendono a potenziali clienti. Una volta recuperato il materiale, questo va tagliato esattamente della stessa dimensione del vetro della finestra, o della portafinestra, che si vuole proteggere dal freddo. Con uno spruzzino, va irrorato il vetro interno della finestra sul quale, poi, va applicato il foglio di pluriball tagliato a dimensione dalla parte delle boll
Il foglio di plastica si applicherà semplicemente senza necessitare di colla o altro per rimanere affisso al vetro e, proteggerlo in questo modo dal freddo proveniente dall’esterno. Il vetro farà passare la luce del giorno grazie alla trasparenza del pluriball e sarà facilmente rimovibile quando non sarà più necessaria la protezione contro il freddo gelido.
2° METODO:
Dopo aver operato sulle finestre, è possibile anche isolare le pareti della nostra casa con dei convenienti pannelli in polistirene che ha la proprietà di essere un ottimo isolante termico che è repellente alla muffa e che non permette ai batteri di proliferare sulla sua superficie. Con un costo di 5 euro a metro quadro è quanto di più economico si possa trovare in commercio e che, una volta applicato, consente di ridurre al massimo le dispersioni di calore a causa del freddo che penetra dai muri. Il polistirene è atossico e inerte e non rilascia nessun gas tossico.

Altro sistema è quello di mettere dei fogli di alluminio che isolano dal gelo diffondendo un ideale calore da applicare sui radiatori al fine di evitare la dispersione termica. Si possono acquistare nei negozi di bricolage o per la casa e si trovano già con il nastro biadesivo per una comoda applicazione. Inoltre non dimentichiamo, i sempre in voga, “rimedi di una volta” rappresentati dagli salva spifferi, ossia quella specie di serpentoni di stoffa che vanno riempiti di sabbia e che vanno appoggiati sulla base inferiore di finestre e di porta per evitare l’entrata di spifferi di aria fredda.

Se poi, volete risparmiare anche su questo irrisorio investimento, è possibile adoperare l’escamotage di attaccare più mobili possibile alle pareti che danno verso l’esterno in modo da creare una sorte di cortina che, seppur non elimina totalmente il problema, riduce l’afflusso del freddo esterno verso l’interno.
Questa breve guida “fai da te” può essere molto utile per far risparmiare parecchi soldi durante i lunghi inverni che ci investono. L’importante è avere la buona volontà di adottare questi piccoli ed economici accorgimenti.
Il Carnevale è una delle feste più belle, che con la sua allegria e originalità riesce a riscaldare anche i rigidi inverni. Oltretutto è una festa antichissima che affonda le sue radici nell’antichità e non c’è angolo del Bel Paese che non abbia il suo carnevale, quei festeggiamenti tipici che raccontano le tradizioni, gli usi, i costumi locali e anche le ricette tipiche della gastronomia del territorio. Ci sono carnevali molto rinomati, conosciuti in tutto il mondo come il Carnevale di Venezia o il Carnevale di Viareggio (che ogni anno attraggono milioni di visitatori provenienti anche dall’estero) ma molti sono, da nord a sud, i carnevali a cui la gente del luogo non può rinunciare: basti pensare al Gran Carnevale di Maiori in Campania oppure al carnevale di Verres o di Courmayer in Val d’Aosta o ancora al carnevale di Cento in Emilia Romagna.
Tra maschere tipiche, sfilate di carri allegorici, sfilate di maschere, battaglie di coriandoli, danze e musiche, tavole imbandite, in Italia sarà un susseguirsi di festeggiamenti fino al 9 febbraio, giorno del martedì grasso che tradizionalmente segna la fine del carnevale e l’inizio della Quaresima. E allora scopriamo insieme dove festeggiare, in compagnia degli amici o con la famiglia, il carnevale, vediamo quale piazza scegliere per sfilare con il nostro costume che, tradizionale o bizzarro che sia, deve rispecchiare un po’ la nostra personalità! Allora nord o sud vediamo dove dirigerci per un carnevale indimenticabile e per assaggiare tante specialità, dalle castagnole alle
Al Salone di Ginevra è stata presentata nel 2015 un’auto che sembra uscita dal film Transformers, strizzando l’occhio soprattutto alla mitica BatMobile dell’Uomo Pipistrello della DC Comics. Si tratta della Koenigsegg Regera, una supercar ibrida svedese da 1.500 Cv. Tanti i punti di forza di questa fenomenale vettura, a cominciare da un powertrain esagerato: i suoi già citati 1.500 cavalli rappresentano la potenza complessiva sprigionata da un trittico di motori elettrici – due sulle ruote posteriori e uno collegato all’albero – che sovralimentano un V8 da 5.0 litri abbinato dall’innovativo sistema Direct Drive, il quale permette una riduzione del 50% delle perdite di trasmissione in autostrada, aspetto che lo differenzia dagli usuali cambi o CVT.
Tornando ai motori elettrici, essi assicurano – in virtù di un’alimentazione a batteria da 9,27 kwh – motricità contemporaneamente all’energia in decelerazione, componendo il sistema più potente finora concepito in relazione a un’auto di serie. I numeri sono sorprendenti: 1.420 kg di peso che include componenti interni, motore, scocca e carrozzeria, con uno scatto da 0 a 100 km/h bissato in 2,8 secondi e da 0 a 400/h km in 20, performance che avvicinano sensibilmente la Koenigsegg Regera a un bolide di Formula

BeauER 3X uitschuifbare caravan

Stava per imbarcarsi con un coltello sull'aereo, fermato romeno in aeroporto

Stava per partire con un coltello nascosto in una stampella, fermato in aeroporto

La polizia ha bloccato un romeno di 33 anni, Anton Ciurar, mentre attendeva di imbarcarsi su un volo per Bergamo. Nella stampella, che ha sostenuto di aver comprato da alcuni sconosciuti, c'era un vano segreto. Indagini sulla sua storia e sulle modalità d'ingresso in Italia
 Stava per imbarcarsi con un coltello sull'aereo, fermato romeno in aeroporto
Trovato con un coltello nascosto in una stampella durante l’imbarco in aereo. La polizia ha fermato all’aeroporto Falcone-Borsellino un cittadino romeno di 33 anni, Anton Ciurar, durante i controlli antiterrorismo che sono stati intensificati nell’ultimo periodo. Il passeggero, che deve rispondere di violazione della legge riguardante la disciplina del porto di armi a bordo di aeromobili, non ha saputo dare alcuna spiegazione raccontando di avere acquistato la stampella da alcuni sconosciuti e di non essere a conoscenza del vano segreto, né degli oggetti da taglio nascosti all’interno (GUARDA VIDEO).
Il romeno, che inizialmente era claudicante, dopo essere stato fermato ha cominciato a camminare normalmente. Sono in corso le indagini sul suo conto, sulla data e le modalità del suo ingresso in Italia e su cosa abbia fatto durante la sua permanenza. Durante l'arresto Ciurar è stato trovato in possesso di una carta d'imbarco per Bergamo, scalo intermedio di un successivo volo già prenotato per Stoccolma dove, secondo quanto raccontato agli investigatori, si sarebbe dovuto recare per trovare un amico alla ricerca di un lavoro.


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Primo guasto: tram ad alta tensione

Primo guasto: tram ad alta tensione a Brancaccio, scoppia lite a bordo

I passeggeri della linea 1 sono rimasti bloccati alla fermata Bione, tra lo Sperone e via Amedeo D'Aosta, a causa di un problema tecnico a un mezzo, che è stato poi rimorchiato
 Primo guasto: tram ad alta tensione
A un mese praticamente esatto dal battesimo ufficiale, primo guasto per il tram. E' successo tutto intorno alle 12. Un mezzo è partito con 30 minuti di ritardo dalla stazione centrale per il guasto a un’altra vettura, che è stata rimorchiata. Un'operazione che ha richiesto un lungo intervento. I passeggeri della linea 1 sono rimasti bloccati alla fermata Bione, tra lo Sperone e via Amedeo D'Aosta. Tensione sul tram. I passeggeri in un primo momento sono stati invitati a scendere dal mezzo e salire sull'autobus (linea 226), "ma - hanno protestato alcuni utenti - il conducente avrebbe dato indicazioni che non hanno tenuto conto della nuova rimodulazione delle linee". Sono volate parole grosse tra conducente e passeggeri, la situazione è tornata alla normalità dopo circa mezz'ora.

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Esami e visite mediche a pagamento: salute a rischio

Esami medici a pagamento, "a rischio la salute degli italiani"

L'allarme dell'Adoc, associazione dei consumatori: "Con il taglio delle esenzioni il rischio è che si impenni il numero di chi non si farà visitare a causa dei costi sanitari troppo elevati". La stima è preoccupante: "A rischio il 10% dei cittadini"
 Esami e visite mediche a pagamento: salute a rischio
Esami medici a pagamento. Stretta sulle visite. Taglio delle esenzioni su 203 prestazioni mediche. Con la decisione del governo tutta incentrata al risparmio per le casse pubbliche "il rischio è che si impenni il numero dei cittadini che non si faranno visitare a causa dei costi sanitari troppo elevati".
A suonare l'allarme è l'Adoc, associazione difesa e orientamento dei consumatori, che fornisce i numeri di un problema che presto potrebbe trasformarsi in emergenza: "Già oggi il 7% circa degli italiani non si fa visitare perché il costo della prestazione è troppo elevato". Un esempio: solo 4 consumatori su 10 fanno visite regolari dal dentista. "Una situazione che sta iniziando a farsi drammatica per la cura della salute, con il rischio che il recente taglio delle esenzioni su 203 prestazioni la aggravi ulteriormente".
"Il taglio delle esenzioni rischia di far impennare il numero degli italiani che non si fanno visitare, a causa dei costi sanitari troppo elevati" spiega Roberto Tascini, presidente dell'Adoc. Secondo l`Ufficio parlamentare di bilancio, difatti, il 7% dei cittadini oggi rinuncia a farsi visitare "perché il costo della prestazione è troppo alto, la lista d'attesa è troppo lunga oppure l'ospedale è troppo distante". Considerando che, con il decreto Appropriatezza, per 203 prestazioni, dalle cure odontoiatriche a quelle dermatologiche, il costo ricadrà praticamente solo sul cittadino, tranne in determinati casi, "il rischio che questa percentuale aumenti è alto. Con la conseguenza di un aggravio dei rischi per la salute per tutti coloro impossibilitati a permettersi determinate visite".
Ancora peggiore la situazione per il settore dentistico: ad oggi solo 4 italiani su 10 fanno visite regolari dal dentista, "e secondo nostre stime, per esempio, solo il 25% ha fatto almeno una pulizia dei denti". La causa principale "è il costo elevato, e la situazione tende a peggiorare sempre di più".
Comprendiamo l`esigenza di razionalizzare le spese del Servizio Sanitario Nazionale, ci auguriamo solo che a rimetterci non siano i cittadini, il cui diritto fondamentale alla salute deve essere tutelato nella maniera più ottimale.
Per l'Adoc il problema non è però solo da ricercare sulla gestione prettamente "sanitaria" della salute pubblica. Uno dei problemi, infatti, è nella mancanza di "polizze malattia" e "coperture assicurative" in grado di coprire adeguatamente le spese mediche sostenute. "E' pertanto fondamentale individuare soluzioni che permettano alle famiglie di risparmiare e al tempo stesso di ricevere servizi di qualità assicurata".


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Leonardo DiCaprio incontra Papa Francesco

 Udienza del Papa a Leonardo DiCaprio.

L'attore è impegnato sui temi ambientalistici cari a papa Francesco e ai quali Bergoglio ha dedicato l'enciclica "Laudato sii".
DiCaprio è in corsa per l'Oscar come miglior attore protagonista - premi che saranno assegnati il prossimo 28 febbraio a Los Angeles - proprio con il film Revenant Redivivo di Alejandro Inarritu, che è profondamente legato anche alla tematica del rapporto tra ambiente e spiritualità.

Tripudio di colori e di profumi: ecco i 10 mercati più belli del mondo - Foto

Molto affollati, pieni di colori e di profumi. Attirano molto turisti, in quanto simbolo emblematico dei costumi e degli usi di un paese. Ma quali sono i 10 mercati più belli del mondo? Pubblicati dal sito blog.volagratis.com, ecco quali sono:
Mercato La Boqueria a Barcellona. Si trova a metà della Rambla ed è situato dentro una grande struttura in ferro battuto.
Mercato Las Dalias a Ibiza. Si trova precisamente a Can Curreu ed è un mercato pieno zeppo di bancarelle piene di borse, vestiti, scarpe di stile hippy.
Mercato Covent Garden a Londra. Non vende solo merci, ma accoglie le opere di diversi artisti. La struttura risale al 1600.
Mercato Souk a Marrakech. E' caratterizzato da diverse stradine piene di oggetti, gente e animali.
Mercato Chichicastenango in Guatemala. Si tratta del mercato più trafficato del paese.
Mercato San Cristobal de Las Casas in Messico. Dai tappeti alle collane in ambra, qui si trova di tutto.
Mercato dei fiori a Bangkok. Offre ogni giorno un tripudio di colori e profumi. Tante le varietà di fiori, anche tropicali.
Mercato del pesce a Tokyo. Caratteristica l'asta che si tiene ogni giorno.
Mercato Chandni Chowk a Dehli in India. Esiste da oltre 300 anni. Si trova di tutto. E' molto caotico ma anche molto colorato.
Mercato Jalan Petaling a Kuala Lumpur in Malesia. Qui si trovano oggetti delle marche più famose ma false.
Mercato St. Lawrence Market a Toronto. Caratteristico per la vasta gamma di alimentari provenienti da tutto il mondo.

Vertice Comune-sindacati, apertura nuovo MediaWorld prevista per seconda metà 2016

 

PALERMO. Dovrebbe essere prevista nella seconda metà dell’anno l’apertura di un nuovo centro MediaWorld nell’ex area del gruppo Li Vorsi-Max Living. È emerso dall’incontro di oggi tra l’amministrazione comunale (presente l’assessore alle Attività produttive, Giovanna Marano) e sindacati che hanno ribadito all’azienda Mediamarket l'importanza di tenere conto dei circa cento lavoratori rimasti disoccupati dopo la chiusura della vecchia attività.
“Fermo restando le prerogative dell’azienda – dice Marianna Flauto, segretario generale della Uiltucs Sicilia – chiediamo di valutare, nel percorso di selezione del personale che intendono avviare, le professionalità e l’esperienza maturate da dipendenti della vecchia attività commerciale. Siamo disponibili a utilizzare tutti gli strumenti necessari per garantire questo bacino, ricorrendo se il caso a corsi di aggiornamento professionale e valutando strumenti contrattuali di avvio al lavoro per sgravare i costi dell’azienda e favorire il riassorbimento dei lavoratori del bacino”.

Minaccia automobilista: arrestato parcheggiatore

 

PALERMO. La polizia ha arrestato un posteggiatore abusivo a piazza Sturzo a Palermo. A finire in manette, ieri sera, è stato il tunisino pluripregiudicato Adnane Rezgui, di 45 anni, che è stato accusato dei reati di tentata estorsione, percosse, resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le proprie generalità. Un automobilista si è imbattuto nel parcheggiatore abusivo tunisino.
Sceso dal mezzo, il palermitano ha dovuto affrontare Rezgui, che gli ha ricordato con arroganza come la zona fosse “garantita” dalla sua presenza e che la sua guardiania avesse un prezzo, pena un sicuro danno arrecato alla vettura. Ma l’automobilista si è rifiutato di pagare e l’insolenza del tunisino si è trasformata in aggressione verbale e fisica. L’automobilista palermitano è una guardia particolare giurata. Appena il tunisino lo ha scoperto ha cominciato a inveire volgarmente e ha poi colpito il palermitano con uno schiaffo e uno sputo al volto.
La condotta violenta del parcheggiatore non si è attenuata neanche all’arrivo dei poliziotti che hanno faticato per renderlo inoffensivo e condurlo presso i locali del Commissariato “Politeama” dove è stato arrestato. Il provvedimento è stato convalidato dall’Autorità Giudiziaria.

Carini, parte un colpo dal fucile:
grave un bimbo, ferita la madre

 

CARINI. Sarebbe il colpo partito accidentalmente da un fucile la causa del ferimento di una bambina di quattro anni, questo pomeriggio, a Carini. Il piccolo sarebbe in gravi condizioni ed è stato trasportato all'ospedale Cervello di Palermo. Ferita anche la madre, 31 anni, le sue condizione, però, fortunatamente non destano preoccupazioni.
La tragedia è avvenuta in via Fiume Falco, dove i sanitari del 118 hanno trovato il piccolo in condizioni già gravi: il bambino è stato immediatamente intubato e trasportato in ospedale. La donna, invece, è stata colpita di striscio ad una gamba.
I carabinieri che conducono le indagini, dai primi accertamenti ed informazioni assunte nell’abitazione da chi era presente, hanno accertato che in casa alcuni parenti stavano maneggiando un fucile, per una compravendita, dall'arma sarebbe accidentalmente partito un colpo.
Sono in corso accertamenti dai militari della compagnia di Carini per identificare tutti i presenti al momento dell’accaduto, se l’arma era regolarmente detenuta e se era stata lasciata incautamente carica e chi al momento dell’occorso aveva il fucile tra le mani.

domenica 24 gennaio 2016


Si deve alla P&H, azienda storica che da oltre un secolo progetta e produce macchine per il settore dell’industria mineraria ed estrattiva, la realizzazione della “macchina più potente del mondo”. Vero capolavoro ingegneristico, infatti, la P&H Mining Equipment 4100 AC Mining Shovel Walkthrough riesce a spostare 120 tonnellate di materiale di scarto in soli 30 secondi. Un vero gigante: 14,4 metri di larghezza, 15 metri di lunghezza, 14,7 metri di altezza. Se considerate che una stanza di grandi dimensioni ha lati di 4 metri, potete provare ad immaginarvi di che dimensioni stiamo parlando.
Dal design robusto ma, nel contempo, curato la 4100 AC è dotata di un’eccezionale capacità di carico utile di 115 tonnellate ed è ideale per essere utilizzata in miniere di superficie per rimuovere prima grandi quantità di detriti di terra e roccia frantumata e, quindi, estrarre i minerali. La realizzazione di questa macchina è il risultato di decenni di ricerche nel campo delle tecnologie costruttive strutturali e meccaniche e garantisce un livello di performance veramente fuori dall’ordinario

E’ l’uomo più sporco del mondo. Non si lava da 60 anni ma è in perfetta salute.

 

E’ un eremita che vive in un villaggio in Iran e non si lava dalla bellezza di 60 anni con tutte le conseguenze che questo può portare: la sua pelle, infatti è diventata dura e squamosa e non riesce quasi più ad aprire gli occhi. Oggi ha 80 anni, ma nonostante le sue condizioni igieniche assolutamente gravi non soffre di alcuna patologia ed è perfettamente sano.
Il suo corpo, però, mostra i segni di questo stile di vita alquanto inusuale e selvaggio. La sua pelle ormai ha persino cambiato colore diventando scurissima. L’uomo vive tutta la sua esistenza come un uomo della preistoria, con pochi e semplici oggetti, in totale solitudine, mangia ciò che trova in natura e possiede una pipa che utilizza per fumare gli escrementi degli animali. Inoltre, fuma anche delle sigarette, ben 5 per la precisione.
Insomma, il suo stile di vita proprio non si può giudicare sano da nessun punto di vista. Le sue foto mostrano chiaramente lo stato di totale abbandono del suo corpo ed in queste ore, dopo essere state diffuse dall’agenzia di stampa della Repubblica Islamica (IRNA) stanno facendo il giro del mondo e ricevendo milioni di visualizzazioni. L’uomo, infatti, è stato scoperto da un utente della community Reddit che, mentre si trovava in viaggio in Iran, ha immortalato Amoo Hadij ed i suoi scatti, poi, hanno fatto il giro del mondo.
Sono tanti, infatti, sul web coloro che sono incuriositi non soltanto dallo stile di vita di quest’uomo ma dal fatto che, nonostante tutto, l’uomo goda di ottima salute e non si sia mai ammalato.

Una madre scatta una foto all’occhio del figlio e gli salva la vita 

 Quello che stiamo per raccontare è un esempio lampante di come l’occhio attento di una madre sappia vedere sempre oltre. Julie Fitzgerald è una donna che, come tutte le mamme dell’era 2.0, è solita scattare fotografie del suo bambino di due anni con lo smartphone. Una di queste foto, però, ha letteralmente salvato la vita del piccolo: vediamo in che modo. La donna aveva notato una sorta di bagliore insolito nell’occhio del suo figlioletto e, dopo aver fatto una ricerca in rete, si era allarmata: aveva letto di una donna che aveva scoperto del cancro di un familiare proprio attraverso l’osservazione di una foto, in cui non comparivano i classici occhi rossi ma proprio un bagliore bianco. Detto fatto, nonostante il timore di scoprire qualcosa di brutto, Julie ha fotografato gli occhi del bambino più e più volte, e viste le foto non c’erano dubbi: la pupilla mostrava chiaramente una luce bianca

 Recatasi immediatamente a far visitare il piccolo Avery da un medico, la diagnosi è stata: retinoblastoma. Come sospettava la madre dopo aver ricercato informazioni su Internet, il figlio era affetto da un tumore dell’occhio, uno dei più comuni tra i bambini piccoli. I medici hanno sottoposto Avery a un delicato intervento per asportare il tumore, ma insieme a quello è stato necessario rimuovere gran parte dell’occhio del piccolo paziente: circa il 75%. Nonostante tutto, l’operazione è perfettamente riuscita e il bambino adesso è fuori pericolo. Purtroppo, probabilmente il piccolo dovrà portare una protesi per tutta la vita, ma è un compromesso accettabile, considerata la gravità della sua condizione iniziale. Non sarebbe stato così fortunato se la sua mamma, così scrupolosamente, non avrebbe cercato immediatamente di chiarire il suo dubbio scattando quelle foto

 Se fosse passato del tempo, o se lei avesse preso la cosa sotto gamba credendo che non si trattasse di nulla di pericoloso, il tumore avrebbe potuto estendersi ad altri organi, e di conseguenza Avery avrebbe potuto incorrere in problemi di salute ben più seri che, come sappiamo, non sono facili da superare. Una bella storia che ci ricorda l’importanza della prevenzione, e quella di non sottovalutare nessun campanello d’allarme, soprattutto quando si tratta dei bambini che, da soli, non sono in grado di comprendere quando qualcosa non va. L’espediente della foto scattata con il cellulare, poi, è un ottimo suggerimento confermato anche dalla scienza: l’osservazione dell’immagine ritratta può aiutare a mettere a fuoco eventuali irregolarità. Fare tesoro di questo consiglio potrebbe essere un’ottima scelta, per il nostro benessere e per quello di chi ci sta intorno.


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Si chiama Yves Rossy, è un eccentrico inventore svizzero, ex pilota di aerei da combattimento, ed è riuscito a realizzare uno dei sogni che da sempre l’essere umano insegue: volare con due ali a 200 km/h. Classe ’59, appassionato di aeronautica da sempre, temerario e cocciuto, Yves, che si è meritato, a ragione, il soprannome di Jetman, non è nuovo a queste imprese. Ha lavorato, infatti per anni per poter realizzare il suo obiettivo, ovvero di montare sul jetpack due ali e costruire una struttura che permetta all’uomo di volare come se fosse un uccello.
Il jetpack è uno zaino-jet e non è certo un’invenzione del fantasioso uomo volante svizzero. Le Forze Armate degli Stati Uniti in persona, infatti, hanno profuso molto impegno, fin dalla seconda guerra mondiale, nel tentativo di realizzarne un modello stabile e che potesse essere prodotto su più ampia scala, ma con risultati non soddisfacenti, ragion per cui, con il tempo, il progetto è stato abbandonato, diventando oggetto di culto per miliardari stravaganti o “protagonista” di qualche film d’avventura o di fantascienza. Yves Rossy, invece, non ha mai abbandonato il desiderio di riuscire a realizzare un qualcosa che potesse essere usato con relativa facilità e, dopo vari tentativi, è riuscito nell’impresa.

Guarda cosa si trova vicino all’aereo: siamo rimasti sbalorditi!

 

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