mercoledì 2 dicembre 2015

Rifiuti Livorno, salvataggio azienda più difficile. Cna: “Noi al concordato non ci stiamo”. Giunta M5s: “No non decisivo”

 Quindici imprese creditrici per 5 milioni di euro anticipano il loro rifiuto all'ipotesi prospettata dal sindaco Nogarin. Per la Cgil è uno "schiaffo" all'amministrazione: "Così si va verso il fallimento". Ma l'assessore al Bilancio non chiude la partita: "Non è detto che naufraghi tutto, è prematuro perché la situazione è complessa"

 

Ora il salvataggio di Aamps, l’azienda municipalizzata della raccolta rifiuti a Livorno, sembra sempre più difficile. Il piano d’emergenza del sindaco Filippo Nogarin si complica: l’assemblea dei fornitori Aamps che aderiscono alla Cna ha infatti formalizzato il suo “no secco” all’ipotesi di concordato preventivo sostenuto dal Comune. “Il commissario non potrà far altro che decretare il fallimento” secondo il segretario della Fp-Cgil Giovanni Golino. Di tutt’altro avviso l’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti: “Fallimento? Non è ancora affatto detto. La situazione è complessa”.
L’assemblea delle ditte rappresentate da Confartigianato dell’indotto Aamps (15 aziende con 370 dipendenti: vantiamo 5 milioni di euro di crediti) si è di nuovo riunita. Le ditte si dichiarano invece disponibili “a una ristrutturazione garantita del debito”. Si chiedono insomma “specifiche garanzie di riscossione per evitare questa volta il mancato rispetto dei tempi di pagamento” e “l’impegno di Aamps a ricapitalizzare nel frattempo la parte necessaria per uscire dall’emergenza”. “La sensazione forte che hanno le imprese – dichiara il direttore Marco Valtriani – è che la sorte dei loro crediti si stia giocando più su un terreno politico che tecnico”. Secondo Golino “è uno schiaffo al sindaco e a Lemmetti”. L’assemblea decisiva dei soci di Aamps è fissata al 12 dicembre: “Nogarin – è l’appello del sindacalista – faccia marcia indietro e mantenga quanto promesso: ricapitalizzi l’azienda e salvi 500 lavoratori. Altrimenti la strada è già tracciata: Aamps va verso il fallimento”.

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