mercoledì 9 dicembre 2015
Il 12 dicembre di 100 anni fa a Hoboken, nel New Jersey, nasceva Frank Sinatra, figlio del siciliano Antonio Martino Sinatra e di Natalia Delia Garavante, ligure che probabilmente gli trasmise la passione per il pesto che si è fatto spedire in America da amici ristoratori italiani in California fino agli ultimi suoi giorni, per non dire delle trenette che si faceva cucinare tutte le volte che veniva in Italia. "The Voice", pochi soprannomi sono stati così appropriati, è stato uno dei più grandi cantanti del '900 e anche il primo divo pop. Già negli anni '40, quando cantava nell'orchestra di Tommy Dorsey, trombonista fuoriclasse che ispirò Sinatra per il fraseggio, fu ribattezzato Swoonatra (da To Swoon, svenire) per le reazioni che suscitava tra le giovani fan. Piccolo di statura, con un fisico mingherlino, "Old Blue Eyes" (altro storico soprannome) ha stabilito per sempre il canone interpretativo del crooner: per mettere a punto il suo stile, oltre a ispirarsi a Tommy Dorsey e Bing Crosby, suo idolo giovanile, ha studiato con una soprano lirico per togliersi i difetti di una pronuncia troppo marcatamente legata alle strade di Hoboken fino a raggiungere una chiarezza di dizione di icastica perfezione, aiutato da lunghi esercizi di respirazione in piscina. Sul piano musicale ha dato un'interpretazione quasi definitiva, in un ambito mainstream, degli standard del Great American Songbook, cioè l'insieme di brani scritti dai grandi autori come Gershwin, Cole Porter, Rodgers & Hart, Hammerstein. La sua eleganza jazzistica e lo swing delle big band non gli hanno mai fatto perdere quell'appeal pop e trasversale che nessuno, nel suo ambito, è mai riuscito a eguagliare. Sinatra è stato il classico interprete che cannibalizzava i brani eseguiti: a parte le versioni di standard tipo "I' ve Got You Under My Skin", "Fly Me To The Moon", "The Lady Is A Tramp", i casi più clamorosi sono probabilmente "New York New York", che pure ha fatto la fortuna di Liza Minnelli, e "My Way", una canzone francese, diventata, negli anni più tardi della sua carriera, il suo brano simbolo.
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