"Usato calcestruzzo non adatto",
sequestrato tratto della Statale 640
Sono dodici le persone indagate per le irregolarità nella
realizzazione dell'opera, tra dirigenti, professionisti, tecnici e
imprenditori
CALTANISSETTA. I carabinieri
hanno sequestrato alcuni tratti del raddoppio della statale 640
Caltanissetta-Agrigento, su oridne dle gip nisseno. Secondo gli
inquirenti, per realizzare il raddoppio dell'arteria stradale nel tratto
che ricade in provincia di Caltanissetta, sarebbero stati utilizzati
sia calcestruzzo non adatto e anche le gabbie di acciaio per realizzare
pali e strutture non sarebbero state conformi.Le irregolarità dei materiali e le difficoltà tecniche non sarebbero nemmeno state segnalate alla Direzione dei lavori dalle aziende impegnate nella costruzione dell'opera. Nel dettaglio si tratta di alcune parti del viadotto Salso e della galleria naturale "Caltanissetta".
Anas in una nota informa che "sta collaborando attivamente da circa un anno con le autorità inquirenti per quanto concerne le indagini nell'ambito dei lavori di ammodernamento e raddoppio della Strada Statale 640 Agrigento-Caltanissetta, nel tratto relativo alla provincia di Caltanissetta, dal km 44,400 al km 74,300".
"I lavori di realizzazione dell'itinerario della Agrigento-Caltanissetta sono stati consegnati nell'ottobre 2012 al contraente generale Empedocle 2, - prosegue - che in base alla legge obiettivo ha nominato la direzione lavori, che sovrintende ai controlli dell'esecuzione delle opere". Anas, tramite la sua struttura di alta sorveglianza, ha disposto "in ogni caso in questi mesi vari controlli sulla qualità dei materiali impiegati nell'esecuzione dei lavori, rilevando numerose non conformità e chiedendo al contraente generale di provvedere a sanarle".
A marzo la sezione Ambiente e Sanità della procura avevano posto sequestro una porzione di cantiere impegnato nella realizzazione della galleria "Caltanissetta" sempre sulla stradale 640, nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla magistratura sull'inquinamento del torrente Niscima.
Il provvedimento fu adottato dalla procura dopo un esposto. Sequestrata una vasca di decantazione dove viene lavorato il materiale (acqua e argilla) proveniente dallo scavo. Acqua a fango, secondo l'indagine, sarebbero finiti in un canale di scolo e da lì nel torrente Niscima-Grotticelli dove il grado di inquinamento aveva raggiunto livelli intollerabili. Il giorno precedente gli uomini della sezione Ambiente e Sanità erano stati a Palermo a sequestrare carte nella sede dell'Anas riguardanti proprio quel cantiere.
Nessun commento:
Posta un commento